Il progetto: contenuti, collegamenti disciplinari, fasi.

  Queste le tappe di un percorso che ci ha visti impegnati, con una efficiente divisione di compiti, ad approfondire tanti diversi tasselli di un quadro piuttosto complesso che proviamo a descrivervi.

  Nel mese di febbraio abbiamo iniziato un lungo e interessante lavoro inerente i canti popolari. In effetti il canto popolare era per noi solo un mezzo per approfondire alcuni temi connessi al passaggio da una società agricola ad una industriale, da una forma di Stato ancora assoluto, che prevedeva rapporti di pura sudditanza, ad uno Stato liberale che riconosceva la cittadinanza e una serie di diritti come patrimonio da difendere e da salvaguardare. Abbiamo scoperto che i canti popolari parlano di questo, della nostra storia passata, con semplicità e immediatezza.

  All'inizio abbiamo lavorato con un'altra classe, la 3 A ERICA, noi eravamo alla continua ricerca di testi di canzoni popolari italiane, mentre loro hanno svolto il medesimo lavoro con i canti tedeschi.

  Tutto è partito da alcuni incontri svoltisi al fine di presentare nozioni generali sulla musica popolare. Dopo aver individuato gli ambiti in cui nacquero questi canti, abbiamo precisato il periodo storico che ci interessava studiare, sostanzialmente quello successivo alla rivoluzione industriale e contemporaneo al costituirsi dello Stato italiano. In poche parole il periodo e i fatti che costituiscono l'asse portante del nostro programma di quest'anno di diritto e di economia. Abbiamo svolto delle ricerche, concentrandoci, in particolare, sui seguenti argomenti:

  Per quanto concerne le mondine abbiamo avuto in "esclusiva" una testimone, la mamma di una nostra compagna ci ha illustrato molto chiaramente il lavoro che le mondariso svolgevano. Abbiamo avuto la conferma di quanto importante fosse il ruolo del canto nella quotidianità del lavoro nei campi e come fosse un potente mezzo di comunicazione.

  Abbiamo poi scoperto che anche nel mondo dell'industria, nei reparti non rumorosi, si continuava la tradizione del cantare e il repertorio in parte era comune. L'operaio e l'operaia, inizialmente, erano il contadino trasferito in fabbrica. Così abbiamo raccolto anche la testimonianza di chi ha lavorato alla Leumann, fabbrica di tessuti, sorta nella prima fase dell'industrializzazione dell'Italia, distante pochi kilometri dal nostro Istituto. Abbiamo fatto alcune ricerche su Leumann, nome dell'impresa e allo stesso tempo del villaggio costruito attorno alla fabbrica e siamo inoltre riusciti a visitarlo. Le testimonianze dei nostri accompagnatori ci hanno fatto vivere, attraverso il loro ricordo entusiasta, un modo di vivere il lavoro e la fabbrica certamente fuori del comune.

  Ha primeggiato in questa ricostruzione storica la figura di Napoleone Leumann, un capitalista che trasfonde nella sua azienda non solo la logica del profitto, ma una filosofia di vita che attribuisce al benessere nei rapporti aziendali un ruolo fondamentale. Napoleone: un capitalista patriarcale, certamente, ma forse qualcosa di più.

  Ispezionando il villaggio, abbiamo potuto constatare che lo stile utilizzato per la costruzione delle abitazioni è il Liberty.

  A questo punto si è aperto un nuovo capitolo di ricerca, che inizialmente non avevamo preventivato, è stato gioco forza che alcuni di noi si mettessero a consultare un po’ di testi su questo stile e presentassero poi alla classe i risultati della ricerca. Abbiamo invitato in merito il prof. Frisetti, docente di storia dell'Arte che è venuto in classe per fornirci le nozioni principali sul Liberty, sia italiano che estero.

  Ora siamo a giugno, la scuola sta per finire e il nostro lavoro è giunto al termine: Abbiamo raccolto tante, tantissime informazioni che costituiscono un "pezzo" della storia del nostro passato.

  Noi ce l'abbiamo messa tutta per svolgere al meglio questo lavoro e speriamo che possa essere utile e allo stesso tempo piacevole.


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