Introduzione

  Da dove nasce quest'idea? E' necessario fare una premessa. Il mio insegnamento di discipline giuridico-economiche, in un corso di Periti e Corrispondente in lingue estere, inizia nelle classi del terzo anno, con lo studio del diritto pubblico e di quella parte di economia comunemente chiamata microeconomia. La mia esperienza e la mia impostazione culturale mi hanno convinta che non può esserci valido apprendimento senza collocare gli avvenimenti e le teorie sottese in un tempo e in uno spazio determinati e precisi. Il punto di partenza da me scelto è dunque la storia. In estrema sintesi si può dire che le due discipline, nel terzo anno, analizzano il passaggio da una società agricola a una società industriale, dal momento che la scienza economica, di cui si studiano le scuole teoriche, ha inizio ufficialmente proprio con lo sviluppo del sistema di produzione industriale e, per converso, lo studio del diritto pubblico porta ad esaminare il forma r si dello Stato costituzionale liberale, di cui la Costituzione italiana è l'esemplificazione giuridica.

  Detto questo, il problema dell'insegnante è di creare un interesse attorno a questi temi e di far comprendere le interconnessioni tra le discipline e i legami che detti temi hanno con il tempo presente. Quindi si tratta di far riconoscere degli ambienti collocati in uno spazio e in un tempo precisi attraverso l'individuazione di caratteristiche-chiave.

  L'obiettivo sembra scontato e semplice, ma così non è. Molti sono gli elementi che ostacolano un apprendimento di tipo attivo. Potrei fare un lungo elenco di cause che tendono a mantenere estraneo l'allievo ai temi su accennati. Vorrei ricordarne almeno una: è necessario, per l'insegnante, poter contare su una maturità psicologica che faccia uscire lo studente da un mondo ancora tutto volto al sé, per orientarlo verso problematiche collettive, che implicano prese di coscienza di portata non indifferente. Non è cosa di poco conto. Il mio insegnamento, accanto agli altri, è particolarmente proiettato alla formazione di quel cittadino consapevole e responsabile che tutti vorremmo come risultato di un corso di studi di scuola superiore. Il compito che io mi prefiggo è quello di rendere la materia di studio momento vivo di riflessione, di dibattito, in cui nulla viene dato per scontato.

  Diverse sono le iniziative, i progetti da me sviluppati in questi anni a tal fine. Come ho già sperimentato nel passato, la musica è uno strumento dotato di potente comunicativa nei confronti degli studenti. E' per questo che cercavo una nuova idea che coniugasse la musica con i contenuti delle discipline da me insegnate. Ne è nata questa proposta, che è stata presentata alle due classi coinvolte come un progetto aperto, che partiva da domande semplici. Che cos'è il canto popolare? Che funzione ha avuto nel passato? E nel presente? Le vicende studiate a scuola, industrializzazione e Costituzione dello Stato liberale, che cosa sono state nella realtà? Come sono state vissute dai singoli? Quali sono stati i cambiamenti apportati nella società?

  Il contenuto del lavoro prodotto è ovviamente perfettibile, gli approfondimenti sono stati semplici e molte volte incompleti, resta tuttavia, a mio parere, estremamente valido l'impianto di fondo del progetto. La classe 3 A Periti, composta da 26 allievi, ha lavorato intensamente, con un diffuso livello di gradimento; alcune attività sono state svolte da piccoli gruppi e poi proposte alla classe, altre hanno coinvolto tutti. Numerosi sono gli elaborati, le relazioni presentate. Il numero di ore complessive impegnate al mattino è stato di ventidue, così suddivise: sei ore di impostazione e organizzazione delle attività, undici ore di presentazione e discussione sui lavori, cinque ore per la visita al villaggio Leumann. Molto tempo è stato dedicato alla discussione sul processo di sviluppo del progetto. A scanso di equivoci voglio sottolineare che questa attività non ha tolto nulla all'insegnamento disciplinare delle mie materie, ch e è stato completato in tutte le sue parti; esso invece è stato arricchito di capacità nuove e dinamiche di comprensione delle problematiche studiate. Gli allievi hanno fatto ricerche bibliografiche, analisi di testi, e prodotto materiali nei pomeriggi. La classe 3 A ERICA, composta da 20 allieve, è stata coinvolta in alcune fasi del progetto, ha lavorato molto sulla traduzione dei testi in lingua tedesca e sulla presentazione del progetto, in forma drammatizzata, a Ravensburg, in Germania. Il lavoro interdisciplinare con altri insegnanti è stato estremamente significativo e collocato in maniera "naturale", senza forzature.

  Ho verificato negli studenti una grande capacità di produzione di lavoro, puntualità, collaborazione, armonizzazione nella divisione dei compiti e nella valorizzazione di talenti diversi; ho registrato interesse e curiosità, senso di responsabilità. Uno degli ultimi giorni di scuola abbiamo disegnato la mappa finale dei percorsi seguiti e già questa fotografia sintetica delle loro fatiche, tutte ricomprese, li ha gratificati del lavoro concluso. Gli allievi hanno capito di entrare in ruoli diversi rispetto a quelli di semplice ripetitore, magari intelligente; hanno capito che gli si chiedeva di assumere la veste di chi fa ricerca, di chi è consapevole di raccogliere informazioni importanti con la funzione di custodi di esse. Sono diventati protagonisti di un percorso di studio che vedevano progredire via via con originalità, perché creato collettivamente ex novo, secondo scelte che rispettavano alcuni canoni importanti: l'a derenza al p unto di partenza e alle sue diramazioni; la possibilità di riscontrare le connessioni logiche tra gli elementi del quadro che si andava delineando; il continuo collegamento con realtà locali verificabili (villaggio Leumann: la vita di una fabbrica; il Liberty: modello architettonico vicino a casa; l'ambiente delle risaie e della fabbrica rievocati da una stessa persona); la connessione tra passato e presente.

  Il mio impegno è stato quello di avviare il progetto, di programmare e coordinare le attività, di revisionare gli elaborati e di procedere all'assemblaggio finale. Il ruolo dell'insegnante è stato dunque diverso, non di trasmettitore, ma di coordinatore e supervisore, soggetto con cui ci si consulta alla pari, ascoltatore con gli altri ed esploratore delle realtà da scoprire.

  Solo nell'ultima fase di realizzazione del progetto è emersa la possibilità di trasformare il prodotto finale in un ipertesto multimediale che, riunendo le immagini e i suoni alla descrizione testuale, potesse permettere di sfruttare le nuove tecnologie per ottenere un'opera efficace e di uso accattivante. Abbiamo volentieri aderito al concorso "The Road Ahead Prize" bandito da Microsoft, pensando di potere a pieno titolo collocarci nelle categorie previste. Ci siamo resi conto che il nostro lavoro era strutturato proprio secondo le modalità di una rete di interconnessioni, piuttosto che secondo una logica lineare, è stato perciò facile inserire i nostri testi e creare i collegamenti opportuni.

  E così posso concludere con le parole di Paul Watzlawick:

"Un fenomeno resta inspiegabile finché il campo di osservazione non è abbastanza ampio da includere il contesto in cui il fenomeno si verifica.

Il pensiero umano consiste nel mettere in relazione dei concetti tra loro. E sono proprio le relazioni che trasformano i dati in informazioni, poiché è solo la connessione con altri dati che conferisce a un dato il suo significato. Senza relazioni un dato non è ancora un'informazione: è materia bruta, priva di senso".

Laura Poli