Origine, derivazione e significato del canto popolare.

Canto è un termine ricco di accezioni al quale è però solitamente collegata l’origine stessa della musica, in quanto al canto sono affidate le prime espressioni musicali del più antico strumento musicale: la voce umana. Una storia del canto può quindi configurarsi nello sviluppo della musica vocale, dalle sue preminenti funzioni espressive emergenti nella civiltà dei popoli primitivi che non ignorano, come per esempio i pigmei, le complessità della musica polifonica (e il canto accompagna la vicenda dalla nascita alla morte), fino alle manifestazioni di canto verificatesi e diffuse durante il cristianesimo, che assorbì le precedenti esperienze musicali dei popoli orientali e della civiltà greco-romana.

In questa possibile storia del canto, intesa come costante affermazione della voce umana, possono distinguersi tre grandi periodi:

Il termine popolare che designa il vasto settore delle tradizioni popolari comprende il complesso delle tradizioni orali dei popoli (fiabe, leggende, storielle, canti, proverbi, indovinelli ecc...). In tale definizione va rilevata una certa improprietà perché il concetto stesso di letteratura implica l’idea dell’elaborazione "colta" e dottrinale, e soprattutto della scrittura, che forma in un testo definitivo l’opera letteraria, mentre il carattere essenziale della "popolarità" è appunto la tradizione orale e la conseguente rielaborazione dei testi tramandati.

Nonostante l’atteggiamento di esclusivismo da parte della cultura ufficiale nei confronti della letteratura popolare e, più in generale, di tutto il patrimonio folcloristico, fin dal dodicesimo, tredicesimo secolo esistono raccolte più o meno ampie e talvolta commentate di proverbi, mentre nell’opera di molti novellieri dal Boccaccio al Sacchetti, confluiscono temi di racconti e fiabe popolari. Un contributo decisivo alla soluzione del problema che ha portato anche al definitivo superamento dell’antitesi romantica fra Naturpoesie (poesia primitiva) e Kunstpoesie (poesia d’arte) hanno dato invece gli studi, tra gli altri, di Michele Barbi, di Vittorio Santoli i quali individuano nella rielaborazione il carattere distintivo e qualificante della popolarità del canto. La poesia popolare, ossia anonima, è tale non perché si sia smarrito il nome dell’autore, ma perché è il risultato di molteplici operazioni individualistiche, che, nel far proprio il canto e nel rielaborarlo, si sommano e si intersecano di continuo.

Il problema della definizione, naturalmente non esaurisce la problematica relativa alla letteratura popolare. Accenneremo, fra gli altri, al problema dei vasti e complessi rapporti tra il mondo popolare e quello della letteratura d’arte; a quello della migrazione dei canti da "centri d’irradiazione", talvolta anche difficilmente individuabili, verso "aree di diffusione linguisticamente omogenee o eterogenee; a quello della diffusione delle varianti." Problemi vasti e complessi, già in parte impostati talvolta col contributo e applicando metodi di lavoro di altre scienze: per esempio, quelli della linguistica storica e della geografia linguistica nello studio delle migrazioni dei canti, alla cui soluzione e legata la conoscenza di un aspetto tra i più notevoli della storia culturale dei popoli "civili".

 

 

Canti popolari, cantastorie e fogli volanti